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Attraverso le voci di dissenso della nostra epoca, Magliacano compone, canto dopo canto, il manifesto di una nuova Resistenza, che si è "rifatta carne", carne del mondo, cui i neopartigiani, con le loro gesta, hanno dato gambe e fiato; hanno dato un volto e un'anima. Pagina dopo pagina, si delinea l'immagine di una Resistenza che è rivoluzione costante; è lotta indefessa, senza tregua e senza indugio; è sopravvivenza; è il sacrificio di un'intera esistenza, consacrata alla libertà, alla giustizia e alla verità. È memoria e coscienza. L'opera passa in rassegna una schiera di vite, di (r)esistenze esemplari: dai "Vivi" - canti dedicati ad attivisti combattenti, che ancora lottano per difendere una terra, un'ideologia, un'etnia, un principio - ai "Morti" - biografie in versi di eroi e martiri della contemporaneità, tra i meno celebrati -, passando per le grandi incognite della vita - idee per cui lottare, per cui morire -, fino ai partigiani in quarantena. Il testo, un insieme d'instant book, si apre con l'eroica provocazione di "Ammazzateci tutti" e si chiude con un congedo sussurrato ad libitum. Inoltre, l'autore, dalle pagine del libro, scaglia le sue filippiche contro mafiosi e imprenditori collusi che hanno ridotto il Bel Paese in "poderi", in appezzamenti di terre dei fuochi; accusa, denuncia i mali pandemici del nostro tempo, mentre ha già definito figure salvifiche, ha già testato l'antidoto, l'antivirale. Il titolo dell'opera è ispirato a un verso de I sonetti a Orfeo di R. M. Rilke, «Gesang ist Dasein», canto è esistenza, canto è "esser-ci", l'essere-noi-qui-ora, una corale polifonica, senza voci soliste o fuori dal coro, intonate e in accordo, a cantare la nostra R-Esistenza, d'individui e di popoli. Prefazione di Ciro Corona.